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  • Immagine del redattoreArianna

Stili di Yoga: quale scegliere??

Vi sarete accorti guardando i plan di palestre e scuole di yoga o frequentando le lezioni stesse, che non c’è un unico modo di “fare yoga”: la pratica dello yoga, infatti, negli ultimi anni ha avuto una grandissima espansione e, grazie all’apporto di numerosi insegnanti che hanno messo a disposizione la loro esperienza e alla progressione delle conoscenza in ambito anatomico e fisiologico, sono nate numerose diramazioni e, quindi, stili di yoga .

In questo articolo cercherò di fare un pochino di chiarezza anche in base alla mia esperienza per aiutarvi a trovare lo stile più adatto a voi. Vi invito a non demordere se frequentate una classe troppo difficile o, al contrario, troppo lenta e meditativa: provate a cambiare, a frequentare altre classi e a trovare quella giusta per voi.

Questa scelta può dipendere anche dal periodo che stiamo vivendo o dal momento della giornata in cui pratichiamo: al mattino magari potremmo prediligere stili più dinamici mentre alla sera, soprattutto al termine di giornate lavorative pesanti, potremmo orientarci verso stili più dolci, meditativi e ristorativi.


Una cosa che mi preme sottolineare, inoltre, è che queste divisioni schematiche servono solo per dare un’indicazione generale sulla tipologia di pratica: ogni insegnante porta all’interno della shala di yoga la sua esperienza e spesso la lezione è un insieme di pratiche imparate nel viaggio che ognuno sta intraprendendo alla scoperta dello yoga.

Nella mia esperienza, ad esempio, ho seguito lezioni di vinyasa meravigliose, dove l’insegnante mi ha trasmesso moltissimo e ho sentito il trasporto e l’unione del mio corpo con il mio respiro, mentre in altre ho avuto l’impressione di frequentare lezioni di fitness e non di yoga, nelle quali la prestazione fisica era più importante dell’ascolto del corpo e si distaccavano completamente da quello che stavo cercando.



Ecco quindi un piccolo elenco delle pratiche più comuni:

  1. Hatha yoga: tipo di lezione con un ritmo lento, dove lo sforzo fisico non è esagerato. L’attenzione viene posta al respiro e vengono studiate le asana in modo approfondito, si porta attenzione agli allineamenti, all’allungamento di tutto il corpo e al sentire la posizione.

  2. Vinyasa Yoga: in sanscrito il termine vinyasa significa “muoversi in modo particolare” e in questo stile molto dinamico, le asana vengono praticate con un ritmo abbastanza sostenuto; ad ogni atto respiratorio corrisponde un movimento, con delle transizioni tra una sequenza e l’altra ben definite. Io consiglio questa pratica a chi ha già una discreta conoscenza delle asana, in modo da riuscire ad entrare subito nella sequenza, senza rischiare di farsi male non conoscendo gli allineamenti.

  3. Ashtanga Vinyasa Yoga: stile dinamico ma molto fisico e faticoso, prevede un grande sforzo. Come da insegnamento di Sri Pattabhi Jois, la pratica è basata sul seguire in modo molto rigoroso tre gruppi di sequenze. Ogni livello deve essere pienamente sviluppato prima di passare a quello successivo e l’ordine sequenziale degli asana deve essere meticolosamente rispettato. Anche qui il respiro è fondamentale e l’applicazione in tutta la pratica del respiro Ujjayi riscalda il corpo e lo fa sudare in modo da aiutarlo a purificarsi e a liberarsi dalle tossine.

  4. Bikram Yoga: stile moderno che Bikram Choudhury creò dalle tradizionali tecniche dell’Hatha yoga. È conosciuto anche come Hot yoga, in quanto viene praticato in una sala riscaldata tra 35°e 42°, con un tasso di umidità del 40%! La sequenza è fissa, composta da 26 asana e il calore della stanza permette ai muscoli di allungarsi in sicurezza e al corpo di ripulirsi, attraverso la profonda sudorazione.

  5. Yin Yoga: le lezioni di questo stile per me sono una scoperta recentissima e lo adoro! Sviluppato da Paul Grilley unisce la conoscenza delle asana con la medicina cinese e, quindi, dei meridiani. É uno stile molto delicato, le posizioni vengono mantenute a lungo, dai 3 ai 5 minuti circa. In questo modo diventa più facile rilassare, purificare i meridiani e sciogliere i blocchi, ribilanciando così il flusso del Qi, ovvero dell’energia.

  6. Kundalini yoga: diffusa in Occidente da Yogi Bhajan, ha lo scopo di risvegliare l’energia Kundalini; si basa sui Kriya,ovvero su tecniche di purificazione, ed è composta da moltissimi elementi. In ogni pratica infatti si ritrovano asana, pranayama, mudra, recita dei mantra e danze.


Queste sono le grandi categorie, da cui poi però si sono sviluppate, grazie a grandi yogi che hanno unito il loro percorso con gli insegnamenti della cultura tantrica, altre correnti che possono avere qualche affinità con le categorie sopra elencate ma sono state arricchite ulteriormente e rese uniche.

Vi presento solo due alle quali io sono particolarmente legata e che amo praticare e seguirne le lezioni:

  1. Anukalana Yoga: Anukalana significa integrazione ed è un approccio alla pratica dello yoga e della meditazione che, basandosi sulle antiche tradizioni del Tantra, integra elementi di altre discipline che ne condividono scopi e principi. Il risultato è una pratica fluida, adatta a tutti che riesce in poco tempo a far percepire sul corpo tutti gli effetti: il corpo ritorna ad essere aperto, leggero e forte in modo naturale. Conoscere Jacopo Yogendra Ceccarelli e fare con lui il corso di formazione è stato un momento molto importante del mio percorso, la pratica dell’Anukalana ha un effetto potentissimo sul mio corpo, riesco ad affrontare vinyasa molto intensi senza sentirmi esageratamente affaticata e dolorante al termine di essi. Conto i giorni che mi separano dalla prossima formazione!!

  2. Forrest yoga: ideato e diffuso in tutto il mondo da Ana Forrest, si basa principalmente su 4 pilastri, ovvero respiro, forza, integrità e spirito. Come spiega Ana nel suo libro, “Fierce Medicine”, la pratica dello yoga è un veicolo per curare una ferita emotiva: bisogna trovare la parte del corpo in cui essa risiede e là portare il respiro. Si inizia dalla paura, cercando un sollievo dentro la paura stessa per poi riuscire ad accettarla, coccolarla e, finalmente, vincerla. Mi piace moltissimo praticare Forrest, purtroppo non ho corsi nelle vicinanze ma vi invito a provare: è una pratica intensa, non richiede di essere già flessibile ma, come tutte le pratiche yoga che amo, serve solo essere disposti ad ascoltare, a sentire il nostro corpo in modo autentico e a rispondere con onestà.


Spero che questo elenco vi sia servito per crearvi un’idea più chiara di quello che potrete trovare tra le proposte di una scuola di yoga o di una palestra: vi invito comunque sempre a provare e non demordere se una particolare lezione non vi è piaciuta.

Cambiate, sperimentate, provate a cercare la vostra strada e, come direbbe Ana Forrest, “walk in beauty”!!



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